LA GEMMOLOGIA
La gemmologia è la scienza che studia le gemme. Una passione che noi Iannaccone coltiviamo da tre generazioni.
Oggi la passione e la professione si uniscono al servizio dei nostri clienti, grazie anche al laboratorio gemmologico, presente nel nostro punto vendita, per la scelta e la certificazione di ogni tipo di gemma preziosa.
Spero che le sintetiche notizie riportate di seguito sull'argomento, siano chiare e soddisfacenti.
Vi invito a contattarmi per qualunque chiarimento via mail oppure, ancora meglio a farci visita in gioielleria per avere il piacere di conoscerci.

Giuseppe Iannaccone
gemmologo
H.R.D. Graduate Gemmologist
Consulente Tecnico del Tribunale di Avellino
Genesi dei minerali Il diamante Le perle I corindoni: rubino, zaffiro I berilli: smeraldo, acquamarina, morganite, granato
 




Genesi e cristallizzazione dei minerali
A parte poche eccezioni, tutte le gemme appartengono al mondo dei minerali, e per questo è necessario occuparsi della loro genesi e di come cristallizzano.
I minerali possono formarsi in diversi modi.
Alcuni si accrescono da magmi fusi che si trovano all'interno della Terra o da lave sulla superficie terrestre (minerali magmatici).
Altri si formano per precipitazione chimica da soluzioni acquose, o crescono grazie all'aiuto di organismi viventi sulla superficie terrestre o vicino ad essa (minerali sedimentali).
Infine si possono formare minerali anche dalla trasformazione di minerali già esistenti, in seguito a forti pressioni e alte temperature in livelli più profondi della crosta terrestre (minerali metamorfici).
Quasi tutti i minerali si accrescono con determinate forme cristalline, sono cioè corpi omogenei con disposizione regolare di atomi, ioni, o molecole, espressa in perfette forme geometriche, per lo più delimitate da superfici piane e ripetute in una successione costante e periodica in ogni esemplare dello stesso cristallo.
Quando una roccia, in determinate circostanze prende vita un cristallo, dal caos nasce l'ordine, che è da considerarsi quasi un'anomalia rispetto al disordine, caratteristica degli altri stati della materia, cioè il liquido, il gassoso e il solido amorfo.
Quindi il cristallo è una rarità un capolavoro della natura, un'eccezione, una sublimazione della materia.
La struttura interna, il reticolo cristallino, è responsabile delle caratteristiche fisiche dei cristalli, come la forma esterna, la durezza e la facilità alla sfaldatura, il tipo di frattura, il peso specifico e le caratteristiche ottiche.
In cristallografia i cristalli vengono ordinati in sette sistemi: sistema cubico, sistema tetragonale (romboedrico), sistema esagonale, sistema, trigonale (romboedrico), sistema rombico (ortorombico), sistema monoclino, sistema triclino.
 


















Diamante
Chimica :Carbonio puro
Sistema cristallino cubico
Durezza: 10 (massimo grado di durezza)
Indice di rifrazione: 2.42
Densità: 3.515
Dispersione:0.044

Il Diamante è un minerale :
Carbonio puro che, grazie alle alte temperature ed alle alte pressioni della profondità della terra, a di circa 150Km nelle masse vulcaniche, si è cristallizzato nel sistema cristallino cubico. Grazie poi a filoni di Kimberlite o lamproite si è raffreddato ed ha raggiunto la superficie terrestre. Il nome deriva dal greco adamas, ossia “indomabile” , per la durezza decisamente maggiore di qualsiasi altro minerale.

Gli antichi Greci credevano che i diamanti fossero le lacrime degli dei. Per i romani erano frammenti di stelle.
Per gli indiani erano amuleti porta fortuna che proteggevano da malattie, furti e forze del male. C’era anche chi credeva che queste pietre fossero in grado di guarire e di infondere conoscenza.

Il Diamante è prezioso perché molto raro, e perché ha tante qualità fisiche.
È necessaria l’esperienza di molti abili artigiani per il complicato processo di estrazione e di taglio di un diamante.
I principali centri di taglio sono:
  • Anversa
  • Bombay
  • Tel Aviv
  • New York

Per milioni di persone in tutto il mondo, il fuoco, il mistero, la magia, la bellezza e il fascino che un semplice solitario emana, dicono tutto quello che il cuore prova che le parole non sono in grado di esprimere.
Qualsiasi cifra si spenda per l’acquisto di un diamante, questo rappresenta uno degli investimenti affettivi più profondi della tua vita. Forse sarà tramandato di generazione in generazione, custodito non solo per il suo valore ma anche per il suo significato.

Le4C
Alcuni Diamanti sono + rari di altri ed è la combinazione delle 4c a determinare il maggior pregio.
  • Taglio (Cut)
    Questa è senz’altro la più importante delle 4c, poiché più alta è la qualità del taglio,migliore è la combinazione tra brillantezza e fuoco della pietra. Il taglio è anche l’unica caratteristica direttamente influenzata dall’uomo. È importante distinguere tra il taglio del diamante,che è una questione puramente tecnica,e la sua forma,che è una preferenza di carattere personale. Il taglio a brillante è la forma più conosciuta.

  • Colore (Color)
    I diamanti sono disponibili in una varietà di toni di bianco. La valutazione del colore di un diamante a scopo di classificazione è ottenuta misurando il grado di avvicinamento all’assenza totale di colore. Quelli che più si avvicinano all’essenza totale di colore sono molto rari e sono classificati D,E,F e G mentre la maggior parte di essi sono bianchi/leggermente coloriti. Questi sono classificati dalla lettera H alla lettera L . I diamanti classificati M ed oltre sono visibilmente coloriti. Esistono diamanti che presentano una colorazione pura molto forte che sono estremamente rari e sono definiti “Fancy”.Possono essere rosa,blu,verde,giallo,giallo intenso.

  • Purezza (Clarity)
    La purezza del diamante è l’assenza ,alla lente a 10ingradimenti, di piccole tracce di carbonio o di piccoli cristalli di diversa natura rimasti imprigionati durante il processo di cristalizzazione;queste inclusioni sono delle disomogeneità strutturali. Il loro numero,colore,dimensione e posizione determinano il grado di purezza del diamante. Tuttavia, come detto, per la classificazione della purezza occorre una lente a dieci ingrandimenti e l’occhio allenato del gemmologo.

  • Peso in carati (Carat Weight)
    Il peso dei diamanti,come quello delle altre gemme,si esprime in carati. La parola carato ha origine dall’antichità quando si usavano i semi dl carrubo,del peso sorprendentemente regolare,per pesare le gemme. Attualmente il carato è una unità di misura decimale che corrisponde a 1/5 di grammo,suddiviso in 100 punti.
 















Le Perle
Chimica :dal 84% al 92% carbonato di calcio, dal 4 al 13% sostanza organica, dal 3 al 4% di acqua
Sistema cristallino: struttura microcristallina
Durezza: 3 - 4
Indice di rifrazione: 1.52 – 1.56. Perle nere 1.53 – 1.69
Densità: 2.60 – 2.78
Dispersione: assente

Madre della perla è l’ostrica perlifera la quale in presenza di un corpo, comunque ad esso estraneo (nucleo), che la natura o la mano dell’uomo immette in essa, secerne carbonato di calcio(sotto forma di aragonete) e sostanza organica (conchiolina) al fine di espellere il nucleo stesso.

In realtà tale processo chimico naturale di espulsione non avviene affatto in quanto dette sostanze andranno, unitamente all’acqua, a posizionarsi (cristallizzarsi) attorno al nucleo e, con lo svilupparsi in cerchi concentrici, daranno corpo alla più preziosa gemma che il mare ci dona la perla.
Sarà madre natura a sbizzarrirsi nel dotarla delle più svariate forme,come quella sferica, subsferica (circa sferica), goccia, bottone, barocca, semibarocca e cerchiata.
L’immissione naturale o artificiale del nucleo determina la fondamentale distinzione tra perla naturale e perla coltivata.
Il nome pare derivare dal latino spherula (piccola sfera) o perula (piccola pera) o ancora dal nome del mollusco perna.

  • Le perle di Thaiti:
    Le perle di Thaiti,meglio note come perle nere o grigie,attualmente in commercio sono coltivate quasi esclusivamente in alcune delle isole conosciute come Polinesia Francese(specialmente nell’arcipelago Tuamotu-Gambier);per questo motivo vengono appunto definite perle nere della Polinesia.
    Il mollusco utilizzato è il bivalve Pinctada Margaritifera, le perle ottenute da questa ostrica hanno un diametro che parte da 9mm e arriva a 19mm.
    Il colore di queste perle varia dal grigio al nero, presentando una intera gamma di sfumature:grigio chiaro, grigio rosato, marrone chiaro, blu notte, grigio verde, nero, verde pavone, melanzana e grigio giallo.
    In media solo il 55% dei molluschi reagisce positivamente all’innesto del nucleo;comunque già un raccolto pari al 30% di perle nere coltivate, commercialmente ritenute idonee, è considerato molto positivo.

  • Le Perle Australiane:
    Solo dal 1956 in Australia è iniziata la coltivazione delle perle con l’ausilio di tecnici giapponesi e utilizzando la Pinctada Maxima come mollusco produttore.
    Le perle coltivate ottenute da detta ostrica hanno un diametro tra i 10 e i 17mm. Tuttavia alcune possono raggiungere i 18-21mm. Le perle Australiane presentano una magnifica varietà di colore.
    La classificazione degli esperti australiani è la seguente: bianco, rosa, argento, blu, grigio, crema, giallo, verde e dorato.

  • Le perle Giapponesi:
    In Giappone nel 1893 è nata la coltivazione delle perle. L’ ostrica perlifera che viene utilizzata per la coltivazione è la Pinctada Fucata definita Akoya.
    Un’altra ostrica perlifera ,da poco utilizzata in Giappone per la coltivazione, è l’ostrica Pinctada Martensi.
    Le dimensioni delle perle coltivate ottenute dalle ostriche perlifere giapponesi variano da 3mm a un massimo di 9mm.

  • Le Perle Conch:
    Sono un particolare tipo di perle naturali prodotte dal gasteropode Strombus Gigas.
    Questo mollusco può raggiungere dimensioni fra i 20 e i 30 cm,con un peso variabile fra i 2 e i 3 chilogrammi,ed ha il suo habitat nelle acque territoriali dei mari dei Caraibi e delle Bermuda.
    Il colore di queste perle può variare dal rosa in varie tonalità, al bianco, al giallo, al bruno; quelle di colore rosa salmone sono pregiate, però le maggiormente ricercate sono quelle di colore rosa intenso,sino al rosso,di forma ovale.
    Va comunque precisato che il colore di queste perle non sempre è stabile: tende a schiarirsi per lunga esposizione ai raggi ultravioletti della luce solare.
    Al momento attuale non esiste la possibilità di ottenere le perle Conch per coltura; quindi i pezzi particolari per colore, per peso e per forma sono da considerare come una rarità.


Le caratteristiche per la classificazione delle perle
  • Qualità:
    Viene fissata a partire dall’osservazione delle particolarità di superficie e di lucentezza della perla.
    Si considera particolarità di superficie qualsiesi alterazione visibile ad occhio nudo dello strato perlifero quale:punture, righe, depositi, rughe ed escrescenze (grado di omogeneità)
  • Forma:
    La perla più ricercata,e quindi la più pregiata,è quella sferica.
    Le forme delle perle rientrano in una di queste categorie: sferica, sub-sferica, a goccia, a bottone, barocca, semibarocca, cerchiata.
  • Dimensione:
    Le dimensioni delle perle vengono misurate lungo il diametro minore .
    Tali dimensioni sono variabili a seconda dell’ostrica “madre”.
  • Lucentezza:
    Il termine si riferisce all’effetto ottico chiamato iridescenza che avviene quando la luce incontra un corpo (nel nostro caso la perla) formato da tanti strati ;la luce, entrando in questo corpo, subisce ad ogni strato gli effetti ottici che sono la rifrazione e riflessione. Maggiori sono gli strati di perlagione più preziosa e lucente è la perla.
  • Colore:
    Il colore dipende dal tipo di ostrica che ha creato la perla,i colori base di riferimento possono essere: bianco argento, bianco, bianco-rosa, rosa-bianco, rosa, rosa crema, crema-rosa, crema, crema-verde, oro, oro-rosato, giallo, giallo-verde,verde-rosa, verde, verde-blu, blu-rosa, blu, blu scuro, grigio-ar gento, grigio, grigioscuro,nero. Allorchè i colori sono decisamente evidenti le perle possono anche essere definite “fantasia”
 




























Corindoni
Rubino (rosso) - Zaffiro (blu, giallo, verde, violetto) - Leuco zaffiro (zaffiro incolore) – Padparacia (arancione)

Chimica : Ossido di Alluminio
Sistema cristallino: trigonale
Durezza: 9

  • Rubino
    Il nome trae origine dal termine latino rubeus, ossia rosso.
    Gemme di peso superiore ai 5 carati, di un bel colore rosso e lucentezza brillante, possono raggiungere quotazioni notevoli, in quanto sono da considerare tra le gemme più rare, non avendo nulla da invidiare ad un diamante.
    Spesso per i rubini di ottima qualità estratti nella ex Birbania (sono quelli più ricercati) viene utilizzata la definizione “rosso sangue di piccione” che,pur non avendo alcun riscontro gemmologico, suscita nel pubblico un notevole fascino e spesso viene citata come massimo punto di riferimento.
    Il colore rosso dipende dalla presenza di cromo trivalente nel sistema cristallino si ossido di alluminio.
    I principi Indiani erano soliti indossare dei pregiatissimi rubini, che facevano anche incastonare nelle loro armi e persino sui loro troni.
    Gli Indù ritenevano che il colore rosso dipendesse dal fuoco che bruciava senza fine all’interno di tutti i rubini.

    Rubini celebri:
    • il rubino più grande 400 carati è stato trovato in Birmania e da questo grezzo sono stati ottenuti tre pezzi.
    • Edwardes Ruby 167 carati , si trova al Museum of Natural History di Londra.
    • Peace Ruby 43 carati, deve il suo nome al fatto di essere stato rinvenuto nel 1919 alla finedella I Guerra Mondiale.
    • Chatrapati Manick Ruby, di circa 40 carati
    • il rubino posto sulla corona di Carlo IV (1346) di ben 250 carati attualmente a Praga
    • presso il Museo Narodni di Praga si trova un rubino di provenienza birmana di 27,11 carati.

    I giacimenti più importanti, per bellezza del materiale estratto, si trovano nel Myanmar, nei pressi di Mogok; pare comunque che solo l’1% di quanto rinvenuto sia di qualità gemma.
    Anche Marco Polo citò questi giacimenti quando raccontò dei suoi viaggi nel Catai. I depositi della Thailandia producono un quantitativo piuttosto rilevante di rubini, pare intorno al 70% della produzione mondiale.
    Una parte decisamente considerevole proviene dalla regione del Chantaburi, a 300 km da Bangkok.
    Nella zona sud occidentale dello Sry Lanka si estraggono notevoli quantità di corindone, compresi i rubini.
    Dal Vietnam provengono discreti quantitativi di materiale, estratto nelle province di Yen Bai e di Nghe An.
    Ulteriori giacimenti in : Kenya (Mangari), Malati (Chimwadzulu), Tanzania (Morogoro), Afghanistan (Sorobi) e Brasile ( Barra Ingedinho).
    Osservando alla lente i rubini è possibile entrare in un mondo decisamente affascinante.
    Ogni giacimento avrà caratteristiche interne alla pietra differenti, sono le inclusioni tipiche interne alla pietra che servono agli esperti per distinguere le gemme naturali dai sintetici.


  • Zaffiro
    Il nome deriva dal greco sappheiros, ossia “azzurro”; oppure dall’ebraico sappir, ossia “la cosa più bella”.
    Il colore blu dipende dalla presenza di minime quantità di atomi di ferro e di titanio nel reticolo cristallino dell’ossido di alluminio.
    La religione cristiana ritiene che questa gemma abbia un notevole valore spirituale, in quanto il suo colore corrisponde a quello del mantello della Madonna nelle sue rappresentazioni pittoriche più allegoriche.
    Infatti Papa Innocenzo III indicò lo zaffiro come gemme da incastonare nell’anello pastorale.
    Invece secondo il pensiero buddista, lo zaffiro invita alla preghiera e pertanto conduce alla elevazione dello spirito.
    Zaffiro storico è sicuramente quello, di 133 carati, appartenuto ai reali di Francia e attualmente conservato al Museo Mineralogico di Parigi.
    Invece al Museo del Cremlino a Mosca, si trova uno zaffiro di un colore blu brillante di 258,8 carati.
    Zaffiri importanti sono quelli denominati di St. Edward e di Stuart ( detto anche di Carlo II ).
    Va ancora ricordato lo zaffiro di 2302 carati su cui è stata scolpita l’effige di Abramo Lincoln, ad opera di Norman Maness.
    In tempi abbastanza recenti, ad un’asta di Christie’s, è stato offerto uno zaffiro di 337,66 carati. Questa gemma è stata estratta nello Sry Lanka ed è stata montata nel 1910 da Cartier & Arpels con 20 diamanti del peso complessivo di 24 carati circa.
    Il fatto sorprendente è che tale zaffiro ha l’identico peso di quello posseduto da Caterina la Grande.
    I giacimenti di maggiore importanza da cui si estraggono gli zaffiri si trovano: a Myanmar, nei pressi di Mogok; in Thailandia, maggiormente nella zona di Battambang e nella provincia di Kanchanaburi; in Cambogia, a Pailin; nello Sry Lanka, nella parte sud occidentale.
    In Australia, nel Queensland, si è estratta una notevole quantità di materiale blu scuro, quasi inchiostrato; pare tuttavia che i risultati siano piuttosto limitati
 


























































Berilli
Smeraldo (verde) - Acquamarina (celeste) – Morganite (rosa) – Bixbiit (rosso) – Eliodoro (giallo oro) – Goshenite (incolore) – Berillo verde – Maxixe (blu intenso)

Chimica : Ossido di berillo
Sistema cristallino: esagonale
Durezza: 7,5 - 8

  • Smeraldo
    Il nome deriva dal greco smaragdos, ossia “pietra verde”. Il termine greco a sua volta potrebbe derivare dal persiano o dall’indiano antico, e far riferimento alle pietre di colore verde in genere. Oggi la definizione “verde smeraldo” è entrata nell’uso comune per indicare una particolare tonalità di verde, che non ha alcun altro termine di confronto.
    Il colore verde dipende dalla presenza di atomi di cromo – trivalente e talvolta di vanadio nel reticolo cristallino.
    Lo smeraldo era già conosciuto 4000 anni prima di Cristo, da quanto è dato sapere dalle notizie raccolte sul commercio delle geme a Babilonia.
    Le prime miniere di cui si è a conoscenza sono quelle situate presso il mar Rosso e storicamente indicate come le “miniere della regina Cleopatra”.
    Da qui dovevano provenire gli smeraldi trovati nel sarcofago del re Sesostri.
    Dopo la scoperta dell’America, Hernàn Cortès portò alla corte di Carlo V dei preziosi esemplari, tra i quali alcuni scolpiti dagli aztechi.
    Sicuramente i giacimenti maggiormente conosciuti sono quelli colombiani; infatti nel commercio – a vari livelli – quando si vuole evidenziare il colore verde di uno smeraldo, si qualifica semplicemente la pietra definendola “smeraldo colombia”.
    Occorre necessariamente chiarire che queste miniere forniscono del materiale pregiato con una certa costanza, ma non solo quello. Per tanto non è sufficiente accertarsi della provenienza di una gemma, ma occorre comunque verificarne la qualità.

    Smeraldi celebri:
    Lo smeraldo a cui è collegata una storia veramente unica e degna di essere ricordata è l’Ataualpa, di 45 carati e con un colore verde intenso.
    Questa gemma, estratta dalla miniera colombiana di Muzo, fu incastonata sulla celebre Corona delle Ande nel 1593 e conservata sino al 1650 nella cattedrale di Popayan; da cui fu trafugata dai pirati inglesi agli ordini del capitano Morgan.
    Di questa Corona non si ebbe più alcuna notizia sino al 1818 quando Simòn Bolivar la rintracciò fra i gioielli degli spagnoli da lui scacciati. Nuovamente se ne persero le traccie sino al 1969, allorché il sindacato dei commercianti di New York comunicò di essere riuscito a recuperare il gioiello.
    Elenco degli smeraldi più famosi:
    • Kakovin 2226 grammi : è conservato presso il Tesoro Russo dei Diamanti; deve il nome al tagliatore, che cercò di rubarlo.
    • Devonshire 1384 carati: cristallo colombiano (Muzo) in possesso dei Duchi di Devonshire, a cui fu donato dall’imperatore del Brasile Pedro I.
    • Patricia 632 carati : cristallo colombiano (Chivor), si trova al Museum of Natural History di New York.
    • Mogul 217,8 carati: a forma di piastra con motivo floreale su un lato e preghiera, scritta in arabo, sull’altro lato con datazione islamica 1107.- Di proprietà della collezione Allan Caplan (New York).
    • Napoleone 24,38 carati: regalo di Napoleone (1800) a Giuseppina Beauharnais; in possesso successivamente del gioielliere parigino Mauboussin.

    Vanno ancora ricordati , pur non avendo una denominazione particolare:

    • gli smeraldi di della collezione del Banco de la Repùblica di Bogotà; qui si possono ammirare cinque cristalli pregiati di peso variabile fra 220 e 1796 carati;
    • i preziosi smeraldi conservati al Museo Topkapi di Istambul; in questa città, al Museo del Gran Serraglio, è custodito uno smeraldo di circa 1400 carati che impreziosisce l’abito del Gran Sultano;
    • i numerosi smeraldi, di pregevole colore, del Tesoro della Corona dell’Iran, di peso variabile fra i 10 e i 300 carati; fra questi, tre cabochon rispettivamente di 225, di 175 e di 65 carati (l’ultimo è incastonato sul gioiello da fissare al turbante);
    • lo smeraldo quadrato (136,5 carati) montato su una spilla e conservato presso il Palazzo delle Armature del Cremlino, a Mosca;

    Giacimenti:
    sicuramente i giacimenti più importanti, per bellezza del materiale estratto, si trovano in Colombia.
    Vanno ricordate le miniere di Muzo e di Cosquèz (nella zona occidentale).
    Gli altri grandi produttori di smeraldi sono: il Brasile, Zambia e Zimbawe.

  • Acquamarina
    è facile intuire che il nome derivi dal colore di questo minerale che ricorda l’acqua del mare.
    Il colore dipende da atomi di ferro – trivalente – nel reticolo cristallino.
    Plinio il Vecchio suggeriva di immergere l’acquamarina nell’acqua del mare: in questo modo si classificavano come pietre di buona qualità solo quelle che si confondevano con l’acqua.
    Alla Biblioteca Nazionale di Parigi è possibile ammirare un’acquamarina con inciso il ritratto di Giulia, figlia dell’imperatore Tito; tale effige sovrastava il reliquario denominato “di Carlo Magno”, che purtroppo è andato perduto.
    Al British Museum di Londra è conservata una pietra, a taglio ovale piatto, di colore verde mare di ben 875 carati.
    Presso la collezione Morgan di New York si trovano tre pregevoli campioni di acquamarina rispettivamente di 160, 215 e 272 carati.

    Giacimenti:
    di importanza rilevante sono i depositi del Brasile, localizzati negli Stati di Minas Gerais, Alagoas, Cearà, Espirito Santo, Paraiba, Rio Grande do Norte.
    Altri depositi si trovano nella zona montagnosa del Madagascar.
    I giacimenti Russi negli Uraliae in Tranbaikalia.
    Di minore importanza sono i giacimenti in Argentina, Australia, Myanmar, Monzambico,Nabimia, Norvegia, Sri Lanka, Stati Uniti (California, Connecticut, Maine), Tanzania e Zimbawe.


  • Morganite: di colore rosa , il nome venne introdotto dal mineralista G.F. Kunz in omaggio al noto collezionista J.P. Morgan.Giacimenti: Brasile, Madagascar e Stati Uniti(California).


  • Eliodoro: di colore giallo , in varie tonalità. Il termine Eliodoro deriva dal greco èlios e dòron, ossia “dono del sole”. Giacimenti: Brasile, Madagascar, Monzambico, Namibia e Stati Uniti (Connecticut).


  • Bixbiit: di colore rosso, molto raro, in particolare il materiale adatto ad essere sfaccettato. Il nome Bixbiit, attribuito daEppler, dovrebbe derivare dal fatto che spesso si trova associato ai cristalli neri di bisbyite. Giacimenti: Russia (Urali) e principalmente Stati Uniti (Utah, California).


  • Goshenite incolore , il nome goshenite deriva da Goshen, luogo di maggiore estrazione di questa varietà.Il berillo perfettamente incolore risulta piuttosto raro. Giacimenti: Russia (Urali) e principalmente negli Stati Uniti (Massachusetts).

  • Granato
    Questo termine in realtà indica un gruppo di minerali nesosilicato, che pur avendo una parte della composizione chimica differente, presentano analogie strutturali in quanto appartengono tutti allo stesso sistema cristallino. Il nome deriva dal latino granatum, ossia “melagrana”, allude al colore rosso evidenziato da alcune varietà di granati e forse anche dalla forma arrotondata dei cristalli.
    Le varietà dei granati possono essenzialmente ricondotte a due sottogruppi:
    1. Piralspite
      comprende: piropo, almandino, spessartite
    2. Ungrandite
      comprende: uvavorite, grossularia, andradite.

    I granati erano già utilizzati migliaglia di anni fa; infatti, dei gioielli con incastonate queste gemme sono stati ritrovati sulle mummie dell’antico Egitto.